Intervista: Digi G’Alessio


Questo slideshow richiede JavaScript.

8 aprile 2012

Uno di quei ragazzi che gli mandi l’intervista e ti risponde nel tempo record di un’oretta pastellata. Uno di quei ragazzi che lo contatti e ti risponde come se poco prima ti stavi ingozzando di Mars e Ace davanti a “The demon slayer” con David Carradine assieme a lui. Uno di quei ragazzi che ci parli fitto fitto, a tal punto che sembrate due mosche che si litigano un tarzanello.
In vista del gigantesco Quit Festival (ecchilo) e della sua data del 14 aprile al Muzak, ecco il primo approccio col Barry White degli anni dieci, con un grazie da chilo a Dario Trovato e alla sua Pitjamajusto, per avermi indicato La Via.
Di seguito, l’intervistona pasquale!

 

A.P.: Ciao Cristiano, mai stato a Cagliari? Come sembra?

Digi G’Alessio: Ciao, posso chiamarti Sandro?
Si spacca come tutto il resto della fucking island. eheheh!

 

A.P.: Delucidazioni per chi era a comprare le sigarette.
Da dove vieni?
Chi sei?
Perché lo fai?
Un fiorino.

Digi G’Alessio: Firenze. Sono  Digi! Che t’hai fatto? Che hai fatto? Mi son fatto! Mi son fatto! Mi son fatto e t’hai fatto bene! ahahahahahah!

 

A.P.: Ogni anno sforni una quantità mostruosa di dischi. Dietro di te c’è un team cinese sotto speed o semplicemente mangi molti spinaci?

Digi G’Alessio: No, è il team di cinesi che fa la speed per me che si mangia troppi spinaci, bro!

 

A.P.: Hai mai pensato di voler ritoccare un tuo pezzo? Dico, c’è qualcosa di cui sei rimasto insoddisfatto? Ti prendi il live per provare a rimaneggiarla a tuo gusto e pericolo?

Digi G’Alessio: Ma, guarda, le poche volte che ci ho provato mi sono perso giorni e giorni in sessioni infinite dove continuavo ad effettare, modificare gli stessi suoni continuamente fino a raggiungere la demenza. Quindi, a trent’anni, ho smesso. Diciamo che passo ad altro, faccio qualcosa di nuovo. E’ di sicuro più sano e produttivo!
Comunque, solitamente, fino a che non sono pienamente soddisfatto non faccio uscire niente.
No, il live è il risultato del rapporto che si crea tra me e la dancefloor nel momento in cui lo performo. Si dice performo? Poi ci sono molte routine che faccio soltanto dal vivo e che ancora non ho inciso.

 

A.P.: Da qualche parte (lo so benissimo: qui) ho letto del tuo setup. Ebbene, penso che tutta questa roba la usi da solo o massimo in coppia. E da tanto che mi domando, faresti mai qualcosa con una big band (non necessariamente jazz o classica), insomma, ti piacerebbe interagire in fase di scrittura o live con tante persone? E se si, quali? Telegrafami un combo con i vari “ruoli”, ti concedo di citare anche gente ormai deceduta.

Digi G’Alessio: Che te lo dico a fare, da buon sassofonista ritirerei sulla mia vecchia band Trio Cane.

 

A.P.: Quali sono le storiacce (film, libri, pagine web, ma anche persone o posti) che ci dobbiamo guardare prima di andare al tuo set del Quit Festival?

Digi G’Alessio:
Film: “Paprika” di Satoshi Kon.
Libro: “Le ultime parole di Dutch Shultz” di William S. Barroughs.
Web: youjizz.
Posti: Cagliari, sennò perdi il concerto.

 

A.P.: La dubstep è crollata?
Digi G’Alessio: No sandro, non è crollato niente! 😉 Ci sono sempre grandissimi produttori da molte parti del mondo che continuano a spargere buona musica, non ti sto ad elencare i nomi perchè per fortuna son parecchi. Poi è vero che come tante culture provenienti dall’underground ha anch’essa contaminato il mainstream creando dei mostri. ma non è crollato niente!
A.P.: La roba wonky è ammuffita?
Digi G’Alessio: No, Wankers United continuano a suonare a giro e a fare dischi meravigliosi, uguale Poborsk, etichette come la Mazout di Thomas Lanza o la Vlek (per citarne due tra miriadi) continuano a stampare vinili e gli showcase vanno benissimo!
A.P.: L’abstract si è scolorito?
Digi G’Alessio: Sono daltonico! E’ vero! Eh, oh! A questa t’ho fregato.
A.P.: So che odi dare etichette, soprattutto alla roba tua, ma cosa viene subito dopo?
Digi G’Alessio: Non so se ho afferrato bene la domanda. Ti dirò Bass Music, no? Va bene, no? E’ un etichetta che alla fine comprende bene o male quello che faccio solitamente!
A.P.: Senti, come me, quell’aria di planata dopo un weekend decisamente ghiotto, quello che Irvine Welsh è riuscito tanto bene a descrivere nei suoi libri?
Digi G’Alessio: Indubbiamente si.

 

A.P.: Cosa sono le netlabel e che funzione hanno?

Digi G’Alessio: Dai, che palle! No, non te lo spiego. Ahahahah! che ti devo dire…una net label è un etichetta (solitamente discografica) virtuale che come le etichette discografiche fisiche produce e vende musica sul web. Molte si appoggiano al Creative Commons potendo così far scaricare gratuitamente i propri lavori dal web. Altre hanno la stessa identica funzione delle label fisiche. Poi, come tutte le cose, ci sono netlabel più professionali (che hanno una buona distribuzione di vendite negli shop on line, che hanno un booking proprio, che fanno dei contratti agli artisti etc..) e altre invece create per hobby, le classiche netlabels fantasma che lasciano morire i dischi nelle loro pagine web (se ce l’hanno) e che non pubblicizzano non solo i propri lavori, ma neanche loro stesse, ma in ogni caso penso che ognuno sia libero di fare quello che vuole, al momento che il web è a disposizone (più o meno) di tutti, anche se penso che certe realtà, se son fatte solo per creare un immagine o seguire una moda siano, per forza di cose destinate a svanire.
A.P.: Perché non ci spieghi il tutto con una voce alla Piero Angela?
Digi G’Alessio: Ahahahahaha!!! ovviamente sono andato a copiartela su wikipedia e porca troia sembra quello che ti ho scritto sopra, mi sono immaginato la scena con Piero Angela vestito di nero che mi dice: “Sono tuo padre. NOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!
E’ lei.

 

A.P.: Cosa ascolti in questo periodo, a parte tutta la discografia di Digi G’Alessio messa contemporaneamente da 207 stereo a tipo wall of sound?

Digi G’Alessio: Ata Kak!
E’ lui: “Oba sima“, “Yemmpa aba“, “Daa nyinaa“. In continuazione. E’ il re!

 

A.P.: Ultima domanda, la più importante e delicata: se avessi i capelli, che pettinatura ti faresti?
Digi G’Alessio: La cresta, ovvio. sempre.

Testo di Alessandro Pilia

Foto di Digi G’Alessio

Info Digi G’Alessio:

http://digigalessio.bandcamp.com
http://www.myspace.com/pauralausini
http://freemusicarchive.org/music/Digi_GAlessio
http://soundcloud.com/digigalessio (“QUESTO BROOOO!!!!!! Il soundcloud Van Damme!” cit. Digi G’Alessio)

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...