23 aprile 2012
Questa volta ci sono poche introduzioni da fare. Andrea Pisu ci racconta diverse sulle serate del collettivo Ichnos e del gruppo milfthrash Terra Di Nessuno.
Pochi convenevoli, quindi.
Passiamo ai fatti.
Premessa: Ammesso che a qualcuno interessi quello che ho da dire (e non mi illudo che interessi a qualcuno al di fuori dei miei amici) questo è semplicemente il mio pensiero, il mio modo di vedere le cose. Non scrivo né con presunzione, né voglio essere antipatico. Chi mi conosce interpreterà sicuramente tutto nel modo giusto.
Ognuno di noi ha un cervello che funziona diversamente. Siccome a differenza di qualcuno non penso di avere la verità assoluta in mano, non punto assolutamente il dito contro nessuno, questa è semplicemente la mia versione.
E la versione di chiunque altro potrebbe essere vera e attendibile quanto la mia, se non di più. Detto questo…
A.P.: Partiamo subito dal piatto forte del lotto domande: cos’è Ichnos e come è nato?
Andrea Pisu: Ichnos è nata da una nota che avevo creato l’estate scorsa dal titolo “Per tutti i ‘gestori’ di locali (Riassunto della Via Crucis di un musicista verso una serata live e ritorno)“. Potete leggerla qui.
Tutto era partito dal fatto che un bel po’ di amici (e non) in quel periodo avevano avuto delle esperienze non proprio entusiasmanti con alcuni “gestori” locali. Avendola poi avuta anche noi, avevo deciso di buttare giù due righe.
Inaspettatamente (o quasi) la nota ha scatenato tutta una serie di reazioni mettendo in evidenza non solo il problema “gestori” (scritto tra virgolette per indicare i gestori improvvisati e i profittatori) ma anche molti altri aspetti della scena musicale (soprattutto, ovviamente, cagliaritana).
Per quanto odi facebook, riconosco la sua utilità. E’ uno strumento che arriva in modo capillare alle persone: oggi tutti hanno un contatto. Quindi ho creato un gruppo: Ichnos. L’obiettivo di Ichnos è semplicemente cercare di creare un giro di band che si supportino attivamente a vicenda e suonino in locali ben gestiti. Cercare di ottenere di essere trattati come esseri umani, persone, ed essere pagati, come è giusto che sia, senza prese per il culo varie ed eventuali.
Tra l’altro, dal momento che non sempre si trova un posto per suonare e uno si deve uccidere per elemosinare una serata, avrei voluto dare una mano anche a chi trovasse più difficoltà nel suonare in giro (ad esempio gruppi di ragazzi molto molto giovani e bravissimi).
Con i Terra Di Nessuno siamo stati così fortunati (e non ce lo aspettavamo assolutamente) da essere richiesti gia da quando siamo partiti. Ci è capitato ad esempio di non poter fare tutti i live che ci sono stati proposti, soprattutto nello scorso periodo estivo. Ci ha fatto piacere girarli ad altre band! Ho parecchi amici che come me suonano, e anche loro faticavano a trovare spazio e visibilità. Non dovrebbe essere così e tutti, a patto di essere in grado di offrire un servizio almeno decente, dovrebbero trovare un palco su cui esibirsi.
L’altro obiettivo era creare un dialogo con i proprietari dei locali. Non farsi la guerra ma darsi una mano, trovare i compromessi giusti, rispettarsi e lavorare assieme, sia band che gestori. Non è un’associazione a scopo di lucro ne mi interessa che lo diventi. L’ho fatto solo per passione, e per cercare nel mio piccolo di dare una scossa a questo ambientino di cui in tanti si sono lamentati e si lamentano.
Il sistema è “Suona chi supporta” cioè suona chi va alle serate degli altri.
Niente di piu’ facile e trasparente.
A.P.: La tua idea è particolare, oserei dire inedita. Hai incontrato ostacoli durante il percorso?
Andrea Pisu: Devo essere obiettivo, inedita non proprio. Ci sono state persone (anche amici) che hanno provato a fare cose simili.
Per ricollegarmi alla seconda parte della domanda, un mio amico chitarrista, con passate esperienze di organizzazione dice: “Tu stai facendo bene, ma la gente ti porterà a stancarti di fare quello che stai facendo, poi arriverà un altro che come te proverà a fare quelle cose ma certa gente farà passare la voglia anche a lui, e così via“. Devo riconoscere che ha anche ragione.
I primi ostacoli sono stati sicuramente i classici “scettici”, e adesso ancora qualcuno c’è. Poi mi ha fatto sorridere vederli partecipare all’iniziativa (quando era gia avviata però) e racoglierne i frutti. Gli altri ostacoli sono solo i classici incidenti di percorso, zavorre previste dalla responsabilità organizzativa.
A.P.: Ichnos è appena nato, ma ha già fatto tantissima strada con diversi live e una piazza d’incontro che vede più di seicento utenti. Che cosa si prefigge di realizzare in futuro? E in vista dell’estate?
Andrea Pisu: Guarda una cosa che mi fa piacere è che, nonostante tutte le critiche, gli scettici e quelli che pensavano male, si è creata subito una risposta che non mi sarei mai aspettato. Le serate hanno riscosso successo, le band sono rimaste soddisfatte, i locali pieni di gente che si divertiva. I presenti possono sicuramente confermare!
Per quanto riguarda il futuro, ti scrivo quello che pubblicherò sulla pagina nei prossimi giorni.
Non penso che andro’ avanti con l’organizzazione. Non sto mollando, anche se a qualcuno sicuramente farebbe piacere. Se avessi voluto lasciar perdere lo avrei fatto all’inizio, quando organizzare era molto più difficile. E chi mi conosce sa che non sono proprio il tipo che lascia un progetto.
Il mio obiettivo primario è stato pienamente raggiunto. Mi prefiggevo di dimostrare che impegnadosi, e lasciando perdere tornaconti personali, gelosie e qualsiasi cazzata, si può fare davvero qualcosa di buono, tutti insieme e pur non avendo molta esperienza. Agendo sempre in ottima fede, con trasparenza e buone intenzioni. Questo non può contestarlo nessuno, nel modo piu’ assoluto.
Semplicemente, non ho il tempo materiale per continuare a gestire tutto e organizzare. L’ho fatto sempre da solo, purtroppo. Tra le altre cose vorrei pensare a laurearmi e concentrarmi al 100% sui Terra Di Nessuno: da quando ho creato Ichnos mi sono occupato quasi esclusivamente di quello, tralasciando il resto.
Dato che sono arrivate molte critiche al mio operato, quindi alla gestione Ichnos, non sarà sicuramente un problema per chi le ha fatte prendere in mano l’organizzazione e trovare soluzioni migliori delle mie. Chi vorrà farlo avrà il mio completo supporto. Lo dico davvero, non sono provocatorio. Spero che arrivi qualcuno che ci metterà ancora più voglia e impegno di quello che ci ho messo io. E che abbia il tempo per fare tutto.
Il mio intento era organizzare di un tot di serate, magari per una stagione, e poi lasciare che il progetto continuasse da solo. Questo perchè l’idea di base era smuovere la situazione lasciando da parte gelosie, guerre tra gruppi, antipatie e fare in modo che la gente andasse ai concerti solo per il gusto di farlo. E in buona parte questo è anche riuscito. Sono veramente contento di averlo ottenuto. Anche perchè, come ho scritto prima, non sono un organizzatore che ha contatti e accozzi, ma ho iniziato veramente da zero, semplicemente con un’idea.
L’unico appunto che mi sento di fare è che molto spesso persone (anche molto più esperte e navigate di me) si sono comportate da ragazzini di 15 anni. Criticando, buttando merda, facendo scoppiare casini per niente. Mi vergogno da parte loro, ma ripeto, incidenti di percorso.
In ogni caso ringrazio di cuore chi mi ha dato una mano sin dall’inizio, chi mi ha aiutato ad organizzare, e chi al posto di ciarlare o trovare difetti in qualsiasi cosa, ha partecipato e si è divertito. Ne è valsa la pena anche solo per questo.
Organizzerò solo un’ultima serata (era gia in programma e non voglio paccare) e poi lascerò tutto in mano a chi sarà sicuramente piu’ bravo di me. In caso contrario il gruppo su facebook verrà prima bloccato (per evitare spam e cose del genere) e poi cancellato. Sia chiaro, non voglio applausi, né voglio passare da martire o cazzate del genere, chi mi conosce sa che queste cose non mi appartengono per niente.
In futuro, mi piacerebbe organizzare un concertone di beneficenza, coinvolgendo i gruppi che hanno dato una mano allo sviluppo e alla crescita del progetto e i gruppi che daranno una mano all’organizzazione del concerto stesso. Vorrei coinvolgere qualche onlus sarda e inserire in programma anche forme d’arte diverse dalla musica, quindi mi servirebbe uno spazio abbastanza grande. Un bel palco all’aperto magari. Qualcosa si sta gia muovendo, vedremo.
Ci sarebbe la possibilità di serate con gruppi non sardi abbastanza grossi. In realtà, la mia band che è stata contattata direttamente dagli interessati per suonare, ma mi avrebbe fatto piacere conivolgere anche Ichnos e far suonare altre band.
Ma, visti i recenti sviluppi, penso che saranno progetti che organizzerò da solo, con calma e con gli amici che mi vorranno dare una mano. Ovviamente non è una ripicca. Quando ho voglia organizzo, con chi voglio e quando voglio, senza rendere conto a nessuno, come ognuno fa con la propria band, ad esempio.
A.P.: Cosa rovina la scena cagliaritana, dal tuo punto di vista di musicista e organizzatore?
Andrea Pisu: Non mi reputo un organizzatore. Zero esperienza, molta voglia. La scena cagliaritana purtroppo è rovinata da un insieme di cose. Ci sono quei “gestori” che non sanno gestire nemmeno il frigo di casa loro e che prendono per il culo le band, truffandole letteralmente. Molti locali purtroppo non offrono spazi idonei all’organizzazione di serate live, ma non gliene si può fare una colpa, loro ci provano con i mezzi che hanno E anche la crisi purtroppo fa la sua parte. Molto spesso anche io non posso muovere il culo da casa perchè non ho soldi.
Molti, pur essendo in buona fede, si perdono in un bicchier d’acqua. Pensando più ai guadagni che al resto. Ma se non si investe non si guadagna, questo è un dato di fatto. Altri non arrivano a capire che un determinato aspetto, una stupidaggine magari, gli potrebbe cambiare la serata in maniera radicale. E questo, sono sicuro, lo vediamo tutti ogni giorno. E vale anche per i locali dove non si organizzano live.
Potremmo dare la colpa anche ad altri fattori ma la cosa principale, quello che rovina tutto qua a Cagliari, è la gente stessa. Non tutta ovviamente, ci mancherebbe! Parlo di quelli che muovono il culo da casa solo quando suona la propria band. Quelli così chiusi mentalmente che vanno a vedere solo ed esclusivamente un genere e snobbano gli altri. Quelli che vanno ai concerti a braccia conserte e guardano che chitarra hai, cosa stai suonando, come sei vestito e quante stecche fai in un concerto.
Un amico batterista mi dice: “I metallari sono i peggiori! Si mettono sotto al palco a braccia conserte e se non suoni velocissimo o fai quello che fanno loro, dicono che fai cagare! E vanno solo ai concerti metal e basta.”
Purtroppo non è vero. Magari fossero solo i metallari! Io ho visto stronzate enormi anche da esponenti di altri generi (e lo dirò nella risposta successiva). Tra l’altro posso dire di essere andato a un casino di serate non metal…beh, avessi visto uno di quelli ad un concerto metal! Per carità, i gusti sono gusti e non sono criticabili, ma allora non lamentarti se non c’è mai un cazzo di niente in giro! Per far girare le cose c’è bisogno di supportarci tutti con tutti, indipendentemente dal genere.
Purtroppo non è il metallaro, o il fan di Vasco Rossi, è il cagliaritano medio che va bruciato! (detto simpaticamente, per citare Pino Scotto). Quelli che qualsiasi cosa tu faccia hanno da dire sempre e comunque. Anche per quanto riguarda l’organizzazione. Le critiche devono essere costruttive.
Ho parlato con un sacco di persone interessanti, comprensive e discorsive, e abbiamo discusso con piacere, ma molti altri hanno semplicemente detto la loro senza mettersi nei miei panni, solo pronti a puntare il dito, tra l’altro ponendosi in modo arrogante e qualche volta addirittura maleducato. Spesso sono scuse per di non uscir di casa, quelli sono uno spettacolo!
Il mantra di Ichnos è “Suona chi supporta” e cioè suona chi va alle serate degli altri. Questo perchè? Non per costringere qualcuno a venire forzatamente alle serate, ma semplicemente perché, indipendentemente dal genere, dal posto, dall’ora, sarebbe bello che la gente dicesse: “Cazzo c’è un concertino, andiamo a vederlo!” Ringrazio chi va ai concerti solo per il gusto di vedersi un live. Questo è l’obbiettivo! Nessun altro!
Il secondo punto è che, nonostante me le sia pensate tutte, per me non c’è modo piu’ trasparente per condurre una gestione di questo tipo: non sono io ad avere il potere in mano, ma i gruppi, che si scelgono da soli. Ovviamente non tutti possiamo presenziare a ogni serata. Ma, partendo dal presupposto che ogni band è formata in media da quattro o cinque elementi è praticamente certo che che almeno uno di quelli elementi possa venire ad almeno una serata organizzata in quattro locali diversi, in orari differenti, e in cinque mesi diversi.
Adesso, io alle superiori ho studiato statistica e calcolo delle prebabilità quindi magari sono avvantaggiato, ma mi sembra chiaro che non è possibile che almeno un membro di un determinato gruppo non sia mai potuto venire ad una a caso delle sei serate! La cosa fa ridere! E ne ho sentite davvero di tutti i colori, tipo: “Eh, ma io sono senza soldi, ho la ragazza, non ho macchina, ho più gruppi da seguire, ho gli allenameti, ho il cane, un gomito mi fa contatto col piede, ho il culo dietro…ecc.”
Allora, io parlo da universitario, senza un’entrata fissa, figlio di genitori disoccupati e senza mezzo per spostarmi. Eppure a vedere i concerti ci vado. Sia chiaro che non parlo delle sole serate di Ichnos, ma di tutte le serate e di qualsiasi genere! Quelli che si sono lamentati non li ho visti mai in cinque mesi! Ripeto, non solo alle serate Ichnos ma a nessuna serata! Eppure si permettono anche di aprire bocca. O si offendono quando gli faccio notare che devo dare precendenza a chi è venuto magari da Oristano o Sassari per supportare e venire alle serate! O si offendono quando gli faccio notare che sono venuti solo alla serata nella quale ha suonato il proprio gruppo.
Ah, e sto tralasciando qualche messaggio privato che mi è arrivato e che non pubblico solo per pena. Tralascio anche chi ha fatto congetture che nemmeno in “Beautiful” riuscirebbero anche solo a pensare. Poi c’è chi mi potrebbe dire che molto spesso i gruppi fanno cagare, il posto fa cagare, i suoni fanno cagare: tutte cose giuste e che spesso vediamo tutti. Scuse.
Continuamente si sentono frasi come: “Ma non c’è mai un cazzo!” e allora li si ride proprio! Dato che, soprattutto da questa stagione, con l’apertura o riapertura di certi locali (non faccio nomi di proposito sennò mi accusano di leccate di culo) roba da vedere ce n’è abbastanza! Ma io dico, è cosi’ difficile andare ad un concerto? Indipendentemente dal genere, dal posto, dall’ora, è cosi’ difficile andare e godersi un concerto?
Il punto è che qui lo sport preferito è criticare, affondare e spargere merda su chiunque, indipendentemente da cosa faccia e molto spesso senza nemmeno sapere chi o cosa si sta criticando, sempre mossi da una non meglio precisata…gelosia? Non so. Non mi riferisco solo a Ichnos, ma a tutto il sistema in generale.
Devo essere completamente sincero. Anche a me è capitato di “criticare” qualcuno. La differenza è che sicuramente non sono mai andato in giro a spargere merda, ma magari mi sono fatto un’idea che anche altri amici intimi condividevano. Mi sono poi accorto di quanto sia difficile tirare su qualcosa,un concerto o altro. E mi dispiace aver pensato male. Davvero.
Con i Terra Di Nessuno suono pochissimo a Cagliari. Nei paesi le cose sono un po’ diverse. I gestori pagano, e bene, i locali sono molto spesso fuori dal paese e senza limiti di orari o volume e soprattutto la gente va a divertirsi e non sparla. Siamo tutti nella stessa cazzo di barca: band, gestori, tecnici luce, tecnici audio, giornalisti. Al posto di farci la guerra e criticarci diamoci una mano davvero e forse qualcosa puo’ iniziare a cambiare.
Mi dispiace che si siano creati fraintendimenti o situazioni negative per quanto riguarda l’organizzazione di Ichnos. Mi dispiace davvero, non lo dico tanto per dire. Mi dispiace che in certi casi sia stato frainteso e che un’idea pulita, senza doppi fini e che non mi ha portato mai soldi o vantaggi (non ho mai voluto essere pagato per fare quello che ho fatto, ci tengo a precisarlo) sia stata in qualche modo fraintesa e vista in maniera distorta.
Anche nel mio modo di pormi, qualche volta è successo lo stesso. Ma io scrivo su facebook (anche se preferisco parlare di persona) come parlo tutti i giorni. Quindi qualche volta posso sembrare brusco o aggressivo, ma è semplicemente il mio modo di spronare e parlare.
In molti hanno capito l’intento di Ichnos, sia gestori che musicisti. E li ringrazio perchè ho continuato solo per loro, che sono venuti alle serate, hanno supportato, hanno visto gruppi che non avevano mai visto suonare in locali dove non erano mai stati, sono venuti e hanno davvero fatto vedere che se si vuole e si lasciano da parte gelosie e cazzate da cagliaritani rincoglioniti, la situazione puo’ cambiare, in meglio!
A.P.: La prima volta che ci siamo incontrati era l’eliminatoria di Sottosuoni. Noi Entu De Male siamo arrivati ultimi, voi Terra Di Nessuno penultimi. Detto questo, cosa ne pensi dei contest della zona?
Andrea Pisu: Ahahahah! Ti giuro che apprendo solo ora il risultato del contest! Quanti anni sono passati? Cinque, sei? Pensa che noi non sapevano menneno che le band dovessero essere votate dal pubblico.
A parte tutto, i contest non mi piacciono. Non danno niente alle band e molto spesso il “vincitore” è gia scritto.
Non mi soffermo nemmeno molto. Non mi piacciono e con i Terra Di Nessuno non ci partecipiamo mai. Ma magari sono punti di vista.
Di quel contest in particolare mi è rimasta impressa più che altro la puzza sotto il naso di qualche band (non metal questa volta) che aveva partecipato. Ma è roba vecchia, lasciamo perdere.
A.P.: Lello (voce dei Terra Di Nessuno) si è laureato e a breve partirà, diretto all’inferno dei ghiacciai ai confini della Terra. Avete già contattato un laboratorio svizzero specializzato in clonazioni o pensate di sostituirlo con Bruce Dickinson?
Andrea Pisu: Si, il nostro Lello partirà questi giorni per il regno del freddo ahahahah! Purtroppo Bruce era impegnato, ma abbiamo gia un po’ di candidati da provare. Scherzi a parte, come abbiamo gia detto, Lello potrà anche essere sostituito come cantante, ma non come amico. Ci teniamo sempre a precisarlo.
A.P.: Pagherei dobloni ramati per avere fra le mani il vostro primo disco. Quanto devo aspettare ancora?
Andrea Pisu: Ahahahah! Il fatto è che anche per registrarlo dovremo pagare dobloni ramati! Non sei il primo che ce lo chiede e ci fa davvero piacere. Prima di tutto dobbiamo trovare un nuovo cantante, poi infilare un po’ di serate per farci i maledetti dobloni per registrare.
P.S.: In effetti il disco sarebbe il secondo, il primo risale a quando suonavo ancora il basso ed era anche stato recensito su Metal Hammer e Metal Maniac con 7 di voto. Pero’ è una cosa completamente diversa da quello che siamo ora e preferiamo assolutamente non tornarci! Ahahahah!
A.P.: La tua carriera di musicista ha visto un passaggio fondamentale. Come mai, da buon bassista, ti sei venduto al marcio mondo dei chitarristi? Cosa ha comportato nella tua attitudine e negli equilibri del gruppo?
Andrea Pisu: Praticamente io avevo iniziato a suonare il basso nei Terra Di Nessuno solo per dare una mano, pur essendo gia a quel tempo chitarrista.
Passando alle sei corde è cambiato tutto. Un giorno ci siamo visti in sala con Lello e Paolo e abbiamo deciso di provare ad andare avanti con me alla chitarra. Suonavamo e componevamo solo per il gusto di farlo. Solo noi tre. Un periodo bellissimo che non ci dimenticheremo mai.
Il 99% della composizione è passata quindi nelle mie mani, sia perchè avevo gia un paio di pezzi pronti, sia perchè per un chitarrista è obiettivamente più facile comporre rispetto a un batterista, ad esempio. Ci siamo spostati verso un genere più spinto, quello che sentite ora ai concerti. Un thrash con influenze spesso tettose ahahahah!
A parte gli scherzi, potendoci avvalere di un laureato in Lettere con 110 e lode (vai Lello che cucchi adesso!) i testi sono praticamente tutti seri e trattano temi “importanti”. Solo un paio sono più rilassati, ad esempio “M.I.L.F., beer , thrash metal” che racconta la storia del gruppo e le nostre passioni. Invece “God works in mysterious ways” parla del rapporto di Stefano con Dio. La nuova “No cash, no thrash” parla del rapporto tra band e quei gestori che cercano di prenderti per il culo e, in questo caso, come in “M.I.L.F.” e “Suffer & burn“, della quale ho composto gran parte del testo, il ritornello, il titolo e il tema della canzone sono farina del mio sacco.
A.P.: Qual’è stata l’esperienza più bella con Ichnos, e quale il concerto più intenso dei Terra Di Nessuno. Parliamo di quei momenti in cui si rizza il pelo.
Andrea Pisu: Difficile, forse la prima serata. Perchè era tutto incerto, tutto nuovo, e nessuno si aspettava realmente una risposta. Io ero convinto che potesse andare bene, ma ovviamente non era una cosa sicura. Vedere invece il locale pieno (pieno pieno!) e la gente che si divertiva mi ha dato una soddisfazione enorme. Anche per gli scettici o chi remava contro, è stata una bella smerdata. La cosa poi è continuata cosi’ per ogni serata. Quindi difficile trovare la serata migliore, sicuramente pero’ non ce n’è una peggiore.
Con i T:D:N forse è lo stesso. Una delle prime serate. Anche perchè poi ci hanno praticamente sempre invitati e raramente siamo andati a chiedere. Quindi abbiamo capito che esserci rotti il culo per mesi a comporre in tre era servito a qualcosa. Alla fine sono quelle piccolissime soddisfazioni che ti fanno venire voglia di andare avanti.
Poi potrei dire della serata al Calypso quando il palco è stato letteralmente invaso, mi hanno distrutto una chitarra, rovesciato piatti, o quella a Suelli quando due nostri amici (a nostra insaputa) si sono vestiti da donna e pasavano con i cartelli con su scritto “Round 1“, “Round 2“, ecc…ahahahah!
O ancora quella al Fabrik, dove è partito addirittura un wall of death. Difficile decidere perchè grazie a chi abbiamo davanti ci divertiamo sempre. E alla fine per noi conta solo quello. Divertirci ma soprattutto far divertire chi abbiamo davanti. Punto.
A.P.: Spiattelliamo qualche nome. Gruppi/locali/addetti ai lavori che richiamano una vecchia dimenticata parola: stima.
Andrea Pisu: L’ultima domanda è stupenda e speravo che mi venisse fatta! (avevo anche sempre voluto dire: “Mi fa piacere che lei mi ponga questa domanda“).
Allora, di solito qua succede una cosa bellissima, praticamente l’intervistato spiattella nomi di gruppi in cui milita o ha militato l’intervistatore. Oppure gruppi di amici o gruppi ai quali leccare il culo. Inutile dire che ogni volta che leggo e leggiamo (ne sono sicuro) cagate del genere, ci pestiamo dalle risate!
Siccome non voglio assolutamente essere da meno, farò lo stesso…pronto?
Secondo me dobbiamo tenere d’occhio gruppi locali come Slayer, Exodus, Havok, Sodom, Onslaught…ah, e i Testament! Secondo me faranno strada!
Scherzi a parte, i gruppi e i gestori che stimo sono gia al corrente della mia stima nei loro confronti.
Postmessa: Ammesso che a qualcuno interessi quello che ho da dire (e non mi illudo che interessi a qualcuno al di fuori dei miei amici), questo è semplicemente il mio pensiero, il mio modo di vedere le cose. Non scrivo ne con presunzione ne voglio essere antipatico. Chi mi conosce interpretera’ sicuramente tutto nel modo giusto.
Ognuno di noi ha un cervello che funziona diversamente. Siccome a differenza di qualcuno non penso di avere la verità assoluta in mano, non punto assolutamente il dito contro nessuno, questa è semplicemente la mia versione.
E la versione di chiunque altro potrebbe essere vera e attendibile quanto la mia, se non di più. Ora ho detto tutto.
Testo di Alessandro Pilia e Andrea Pisu
Foto di Alessandro Pilia
Info Andrea Pisu:
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