Al buio i palazzi sono anonimi, ripetibili all’infinito. Le geometrie sono rigide, ben definite, però generano solidi affascinanti. Negli svuotamenti accade sempre qualcosa che talvolta segue una regola, talvolta la rompe. Infinite combinazioni. Quando è sera, mentre fumo la solitudine, si accendono le luci e le sagome compaiono, si muovono. La dinamicità fa parte di quel grande solido statico, per contrapposizione. Osservo con curiosità e spirito di analisi.
L’uomo, con le sue costruzioni verticali, si uniforma incasellato in cellule agglomerate.