19 aprile 2018
h 22:28
Santissimi. Un’unica persona. Non I Santissimi, ma Santissimi, come quando si pronuncia un nome proprio. Sara, ad esempio, oppure Antonello.
La Mosca. Un insieme di mosche, sempre nei punti giusti, condensate in quelli nevralgici. L’insieme di mosche è testimone di un messaggio (è la continuità, è il cambiamento). Ha, forse, un’accezione positiva. La Mosca non è un essere fastidioso, ma preannuncia una imminente forza sismica. Se questo non è cambiamento…
La Mosca si posa in forma multipla su un corpo beato che non segue le regole della normale composizione. Siamo nel mezzo di una perfetta simbiosi, è la pace dei sensi di un momento estatico. Pura bellezza
Il Corpo (e i suoi colori), “la propria vera identità”.
Non è deforme. E’ sufficiente far trascorrere una mezza dozzina di secondi per liberarsi dalle regole della normalità.
Non è deforme.
Questo corpo è l’emblema della transumanza. Questo corpo è una pecora che viaggia nel suo e in altri tempi, da una montagna a una vallata fino a un’altra montagna ancora, perché la stagione è di nuovo finita proprio quando un’altra è appena iniziata.
Avvinghiato, solido e saldo su un parallelepipedo bianco l’equilibrio è perfetto.
L’Espressione. Le Orecchie. La cornice del volto. Non posso smettere di guardare il volto, quasi invidio la sensazione di beatitudine che trasuda dal silicone.
Nessun pelo o pelliccia su questa pelle di rivestimento se non la Mosca. Dov’è la pelliccia? L’abbiamo persa nel mutamento, si è impigliata in un incolto cespuglio di rovi durante lo spostamento lungo chilometri.
Alla base le macerie, il positivo del negativo o il negativo del positivo, il sovrappiù necessario per l’esistenza di questa creatura. E’ una questione di equilibri.
Il corpo umano in tutte le impossibili varianti.
OVIS
h 3:33
Paola Corrias
Photo credit SANTISSIMI
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