“Skepto International Film Festival”, Cagliari – Seconda giornata: Ambientalismo e tensione


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29 marzo 2012

La seconda giornata di Skepto inizia alle 18, con il workshop “Non c’è solo la tv” di Alessandro Ippolito.
Pigmalione dalle mille espressioni, grande improvvisatore, teorico e interprete di un mondo fatto di tante formiche laboriose, l’ex-inviato di “Stranamore” (ma è solo la punta dell’iceberg, la comparsata dell’uomo sottobosco) ci presenta tutte le figure che costituiscono il mondo televisivo e non.

Si parte da “Chi è che sa cos’è un boomista?” e si arriva sino al concetto di italiano medio; il ruolo di Berlusconi e della scatola magica nella deviazione di noi cittadini, che in realtà siamo vittime di noi stessi e delle nostre scelte; il rapporto tra televisione e politica; la prostituzione come mercificazione di sé stessi, in funzione di una carriera.
Chi è che sa cos’è un runner? E uno scaldapubblico?

Coadiuvato da presentatore Daniele Lucca e dal “documentarista più grosso d’ItaliaAlberto Signetto (a lui dedicata la retrospettiva “Stette la spoglia immemore…“, prevista per sabato alle 18, all’Ex-Artistico), Ippolito mantiene sempre viva l’attenzione, lo scambio, e descrive un mondo, specchio dei tempi, dove non contano i contenuti, ma solo lo share.
Un mondo dove bisogna saper fare qualcosa di tutto, ma anche essere specializzati.
Un mondo dove la concorrenza esiste, ma se sei più bravo la puoi spuntare.
Sapete che responsabilità ha un direttore di produzione?

Alle 19.30, spazio per i cortometraggi Sostenibilità Ambientale. Margherita Zanardi, dell’Associazione Sostenible Happiness e la Società Tholos presentano la selezione dei corti a tema ambientalista.

Prey field” di Fabrizio Marrocu, presentato fuori concorso, è il primo film di questa serata.
Come Fabrizio illustra, “non un’accusa nei confronti di una categoria, ma il puntare il dito verso comportamenti poco civili, che nelle nostre campagne avvengono da sempre“. Continuamente penetrato dalle musiche di Waves On Canvas, “Prey field” è interpretato da Marcello Saba, possidente terriero villacidrese che ogni giorno trova i suoi terreni letteralmente invasi dai cacciatori, dal loro precedente passaggio.
Predatori che lasciano tracce (piombo, spazzatura e soprattutto bossoli di cartuccia in plastica) senza farsi scrupolo della salvaguardia del territorio. La mano di Fabrizio è sempre mobile, vera, attenta nel carpire da distanze variabili il discorso di Marcello, gli occhi plumbei, i sacchi pesanti, le parole impervie, forti.
Finalmente si fa vivo il Documentario anche dalle nostre parti.

Degli otto corti sulla sostenibilità ambientale in concorso, si è aggiudicato il premio “Die rechnung – The bill” di Peter Wedel, un’interessante idea su quanto i nostri viaggi, le vacanze, i divertimenti, costino al terzo mondo in termini di tonnellate di anidride carbonica, il tutto illustrato davanti al conto di una bevuta al bar.
Da menzionare, anche il conciso “Climate dish” (sempre di Wedel) e il poetico “Remaining birds’ song” del turco Erdem Simsek.

Dopo una breve pausa, la rassegna “Profondo Skepto“.
Un sestetto di opere.
Tematiche: la tensione, il male, la paura, il mistero, la violenza, talvolta l’odio.
Il tutto concentrato nella massima durata di venti minuti.
Sono film veloci, ma che sanno prendersi il proprio spazio. Piccoli gioielli dai nervi a fior di pelle.

Sia nelle espressioni italiane dello storico “Heresia – Non credere alla stregoneria, è la più grande delle eresie” di Andry Verga, come “Il pozzo e il pendolo“, ma senza lieto fine, che in “La cosa in cima alle scale” di Michele Torbidoni, sul marchio dell’Ammaniti più introspettivo, i tempi sono dilatati, e la suspance ha il ritmo inesorabile di una clessidra.
Più serrati l’americano “Infection“, di Todd Joseph Lundbohm, e il tedeschi “1000 gramm“, di Tom Bewilogua, e “Amok“, di Christoph Baumann, dove la componente interpretativa è fondamentale, la trama è sfumata. “Keha mälu/Body memory“, di Ulo Pikkov, è una parabola storica, vista con gli occhi di un Adam Jones. La drammatica esperienza di esseri che hanno una fine. Senza capirne il perché.
Ottima esperienza: all’uscita avevo ancora il cuore ridotto a brandelli.

Testo di Alessandro Pilia

Foto di Paola Corrias

Info Skepto:

http://www.skepto.net
http://www.skepto.net/content/programma
http://www.facebook.com/pages/Associazione-culturale-Skepto/337187909775
http://vimeo.com/37251182


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