28 aprile 2012
Il quartiere di Marina è uno dei pochi punti realmente cosmopoliti dell’isola. Una vera e propria kasbah. Un autentico formicaio di profumi e puzze, facce e mani in mezzo a mura strette, decrepite, pasticciate.
Mura pasticciate.
E’ ormai un classico di qualsiasi centro urbano, foss’anche di qualche centinaio di abitazioni. Ma alla Marina c’è di più, si passa da un “Grassadonia occhio” alle balene di Crisa, dalla dichiarazione d’amore (senza speranza) alla tag Sconvolts, dallo stencil in stile Banksy al lettering gonfio, forse sbiadito, comunque quarto di cultura hip hop appeso in bella vista.
Peccato sia raro beccarli mentre lo fanno.
Ti svegli la mattina, vai a prenderti un kebab ed ecco che, mentre azzanni la chawarma, hai qualcosa da guardare. In quel caso, poco fortunato.
Però se il kebab fosse stato il 28 aprile 2012, sarebbe stato tutto un altro conto: vico Barcellona, incrocio di serrande, polvere, gatti e qualsiasi oggetto fritto. Il garage del signor Thomas Lehner, gallerista per passione, suo lo Spazio (in)visibile, lì dietro, al numero 75 di via Barcellona.
Due figure si dividono due metri e mezzo per tre.
E’ pieno giorno, ma attorno a loro ci sono diverse bombolette.
E’ il live painting che Davide N. Lai (USAF’z, Underground Solution, Sardos Frades) e Ivan IEM82 Piga dedicano al finissage della mostra “Movement – Indignados“, tenutasi dal 6 al 28 aprile, curata da Antonio Cocco.
“Un discorso non commerciale, più che altro una via per passare dall’anonimato (della forma artistica) a uno spazio dove uscire. Con tutti i rischi annessi…“, come spiega Andrea Cocco (AKA AdeRockOn) guida della serata e videomaker di Be True Movement, collettivo underground sardo che racchiude diversi esponenti in vista della scena hip hop, spaziando dall’MCing al DJing, dal videomaking alla street art, appunto.
Il lettering, o il tratto, infatti, perfettamente riconoscibili, potrebbe smascherare tutte le malefatte (illegali) notturne sparse in giro per l’isola.
E si parla di migliaia di reati.
“Movement – Indignados” porta la graffiti art all’interno di uno spazio museale, riordinandolo in un contesto fruibile, perché concentrato, ma al tempo stesso senza ingessersi in meccaniche da cornice e didascalia.
All’interno dello stanzone bianco, una parete è dedicata a Davide, di fronte espone Ivan. Fra loro un’opera condivisa, anch’essa frutto di una sessione dal vivo per il vernissage.
Al centro, la critica Licia Lisei e i ritmi, composti per l’occasione, di Giuseppe Melis (aka Jolly Rouge) e Roberto Concas (AKA Real DaBomb). Una colonna sonora composta in pochi giorni, concept di loop e assemblamenti di campioni televisivi studiato dai singoli per un mese.
Il tema, diviso in quattro periodi per quindici minuti di durata, attraversa influenze peruviane e centra in pieno il contesto rivoluzionario, lo spaccato urbano, con un’elettronica che pesca a piene mani dai notiziari e i documentari sul Movimento 15-M.
Davide e Ivan, profondamente diversi per indole, si uniscono nel suo centro per lanciare lo stesso messaggio: “Don’t sleep“.
Il primo è impulsivo, travolgente, irrazionale, emblematico, velato se non coperto, squillante, colorato, saturo di energia e movimento, dinamico, slanciato.
I supporti? Tutti materiali di scarto, i rifiuti della società disinteressata e distratta. La portina di un’ambulanza è la cavia più vistosa dell’urlo di presenza, il readymade, la firma di chi non si può permettere un marchio stampato, un enorme cartellone, la pubblicità su un giornale, la griffe su una maglia.
Davide esiste, si afferma, e lo esprime come decine di anni fa iniziarono gli ispanici e i neri di Brooklyn e Harlem, o del Queens. E rimanda a una cultura di stampo newyorkese, la città de “I guerrieri della notte” di Walter Hill.
ll caos di milioni di neurotrasmettitori guidano una mano che si fa mero veicolo di composizione visiva. Nervosa, accesa, iperespressiva. Incazzata.
Ivan è razionale, calibrato, bianco e nero con sprazzi rosso sangue, il rosso della rivolta e della vendetta. Di “V per vendetta“, il romanzo grafico di Alan Moore.
Più illustrativo, fumettistico, di lettura immediata perché iconica. Un artista che senza colori dipinge una realtà più realistica che mai. Non è casuale se quel pugno termina con un manganello stretto da un altro pugno, guantato. E a coronamento di un palazzo un cartello rosso come il sangue sul marciapiede: “Obey“.
Colore e messaggii esprimono peccato, lo denunciano.
Ecco, Ivan sottolinea i propri concetti non solo con il rosso, ma anche racchiudendoli in cartelli, scritte, stampe. Dandogli una lettura diegetica, narrativa. Bloccando immagini tratte direttamente da fonti giornalistiche, trasferendole il più fedelmente possibile su tela. Rendendosi testimone, facendosi documentarista, focalizzandosi sui punti forti della scena. Per poi sporcare la parete al di fuori della propria opera, installando telecamere spray appena al di sopra del lavoro esposto. Graffittando (esprimendo il proibito) e quindi incorniciando, messaggi da non più di 45 minuti di gestazione.
Insomma, certe volte, alla Marina, è arte.
Purtroppo per le restanti opere vige il Codice Penale. Articolo 639, “Deturpamento e imbrattamento di cose altrui“: “Chiunque, fuori dei casi preveduti dall’articolo 635, deturpa o imbratta cose mobili altrui è punito, a querela della persona offesa, con la multa fino a euro 103.
Se il fatto è commesso su beni immobili o su mezzi di trasporto pubblici o privati, si applica la pena della reclusione da uno a sei mesi o della multa da 300 a 1.000 euro. Se il fatto è commesso su cose di interesse storico o artistico, si applica la pena della reclusione da tre mesi a un anno e della multa da 1.000 a 3.000 euro.
Nei casi di recidiva per le ipotesi di cui al secondo comma si applica la pena della reclusione da tre mesi a due anni e della multa fino a 10.000 euro.
Nei casi previsti dal secondo comma si procede d’ufficio.”
Testo di Alessandro Pilia e Paola Corrias
Foto di Paola Corrias
Info:
http://run-mpc.com
http://www.facebook.com/betruemovement
http://iem82.carbonmade.com
http://www.facebook.com/pages/Nero-Sardos-Frades-Crewunderground-Solution/249864401756567
Big Up a questi fantastici reporter!!!
Andrea C. aka AdeRockOn
from BE TRUE MOVEMENT.
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